Tutti sappiamo che la vita umana è caratterizzata del continuo evolversi dei tempi e attualmente ancora ci piace illuderci che la globalizzazione sia senza confini. Invece restano le differenze di lingua, di cultura, di mentalità e di opinione, così come restano soprattutto le differenze giuridiche, tutte radicate profondamente nell’ambito dell’Unione Europea.
Ed è bene che sia così, anche a livello politico vi è una certa „riscoperta“ della priorità delle identità nazionali. L’unico modo giusto per affrontarla è stato puntualizzato dall’antropologo anglosassone Gregory Bateson, secondo il quale „la saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza“.

I regolamenti comunitari garantiscono criteri uniformi per tutta l’Unione Europea, senza però eliminare le differenze sostanziali. Spesso ciò comporta dei risultati volutamente curiosi: per esempio, la legge applicabile alla successione di un cittadino tedesco con ultima residenza abituale in Italia è generalmente la legge italiana. Tuttavia le differenze tra il diritto di successione tedesco (a lui più noto) e il diritto di successione italiano (a lui più estraneo) sono notevoli. Questo vale per tutti i settori giuridici. Sotto altro profilo, spesso nei casi transfrontalieri avere ragione non implica necessariamente ottenere ragione; questo mancato automatismo deriva da alcune difficoltà per così dire aggiuntive. A quale Giudice spetta la giurisdizione e quale diritto si applica? In effetti capita che un Giudice tedesco debba applicare la legge italiana sul divorzio, sul regime patrimoniale oppure sul mantenimento, cioè in senso generale che un Giudice debba applicare una legge straniera. Cosa c’è da fare quando decide un Giudice austriaco e questa decisione dovrà essere riconosciuta ed eseguita in Germania oppure in Italia? E quale vantaggio comporta un processo solo apparentemente comodo in Germania in merito ad una costruzione di un immobile però sito in Austria oppure in Italia?

Significative sono inoltre le notevoli divergenze sostanziali tra lingua del paese di provenienza, madrelingua, lingua di trattativa, lingua di lavoro, lingua contrattuale, lingua usata dal legislatore oppure lingua usata dal Giudice.

Secondo una statistica pubblicata in Germania (cfr. Kilian, Anwaltstätigkeit der Gegenwart, Bonn 2016, cit. in: AnwBl 2018, 96-97) solo il 15 percento di tutti i circa 165.000 Avvocati iscritti in Germania trattano sempre o spesso pratiche transfrontaliere. Questa percentuale è ancora più bassa per studi legali tradizionali uniprofessionali. Solo cinque su 100 Avvocati applicano sempre o spesso una legge straniera. E ciò nonostante due terzi degli Avvocati tedeschi in realtà prima o poi durante la loro carriera professionale se ne debbano occupare. Solo due Avvocati su 100 si trasferiscono all’estero nell’ambito della propria attività professionale.

L’avv. Strauss è un professionista che opera da oltre 25 anni come studio legale uniprofessionale, e continua ad affrontare con successo questa sfida. Come si è visto, nelle questioni giuridiche un management interculturale ottimale oggi è più importante che mai. E questo lo garantiscono solo professionisti di comprovata esperienza che conoscono queste differenze fin dalla nascita e che vivono e lavorano da sempre su entrambe le sponde.